Tutti ormai sappiamo che il mondo è mobile!
Tra gli anni 80 e 90 abbiamo tutti pensato almeno una volta che l’inizio del ventunesimo secolo avrebbe portato macchine volanti, il teletrasporto e chissà quante altre rivoluzioni tecnologiche.
In effetti in questi primi vent’anni del 2000 ci sono state diverse rivoluzioni in ambito tecnologi e informatico.
Per citarne qualcuna, ad esempio, nel 2008 viene inventata in Giappone la prima intelligenza artificiale sensiente, poi la prima auto elettrica che si guida da sola e poi ancora nel 2010 iniziamo a diventare schiavi dei primi social network
Lo sapevate che il primo iPhone nasce nel 2007?
Incredibile vero, sembra che esistano da sempre da quanto non possiamo più farne a meno.
Ma la casa produttrice con l’iconico simbolo della mela, non solo ha introdotto il concetto di smartphone, ma ha anche portato i computer a diventare sempre più piccoli e leggeri, dando così la possibilità di portarseli proprio dappertutto.
Eccola allora che torniamo alla nostra primissima affermazione: il mondo è mobile.
Portabilità è una parola chiave nel ventunesimo secolo. Poter fare qualunque cosa, ovunque, è fondamentale per un mondo in cui ci sono sempre più impegni e molto meno tempo a disposizione.
Anche dal punto di vista aziendale non si fanno eccezioni, il concetto del lavoro da remoto si fa sempre più presente e adeguare la propria infrastruttura aziendale non è gioco da ragazzi.
In questo caso è ovvio che non basta un pc e una connessione per lavorare, servono dei veri e propri sistemi integrati e software che permettano alla tua azienda di poter essere alla portata dei dipendenti che lavorano da remoto, in modo sicuro.
Così nascono piattaforme UCC (Unified Communication and Collaboration) che rendono possibile la condivisione aziendale attraverso soluzioni integrate di business process management in modo semplice, ma soprattutto sicuro.
Dal punto di vista quantitativo in Europa Occidentale i lavoratori mobile cresceranno da 103 milioni di individui nel 2017 a 123 milioni nel 2022, quindi arriveranno ad essere il 65 percento del totale. In Italia, i mobile worker sono circa 7 milioni (su 22 milioni di occupati), indietro quindi rispetto alla media europea ed entro il 2022, ci si aspetta che diventino 10 milioni.
In conclusione possiamo affermare con certezza che il mondo è mobile. Proprio per questa ragione è assolutamente fondamentale che le aziende inizino a ragionare su questa tematica e considerare l’ipotesi di smaterializzare i posti di lavoro della propria infrastruttura aziendale.