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Tanto a me non succederà mai.

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Continuo ad imbattermi giornalmente con dei provetti scommettitori: utenti (dipendenti, quando non gli imprenditori stessi) che scommettono sul fatto che a loro non succederà mai un guasto informatico che come conseguenza veda la perdita di dati.

E quindi non effetuano i salvataggi dei dati o – quasi peggio – memorizzano i dati sui client di una rete, la quale ha un server che magari viene anche regolarmente salvato. E’ evidentemente troppo faticoso lavorare con i dati memorizzati sul server.

Ma allora, conviene effettuare il salvataggio dei dati o scommettere sul fatto che “tanto a me non succederà mai”?
Se succede l’imprevisto, ci possiamo affidare ad un servizio di recupero dati, che rimane un’opzione nel caso dei dati critici dovessero andare perduti.
Ma se stiamo facendo questo tipo di valutazione, è certo che abbiamo già commesso più di qualche errore, perché se non possiamo permetterci di perdere dei dati, allora dobbiamo salvarli.
Semplice no?!?

Scrivo questo articolo perché evidentemente non è così.
Anche in questi giorni ci è capitato che un utente di una azienda ha salvato dei dati in locale, sul disco del proprio pc, senza poi pianificare alcuna copia, alcun salvataggio. Ed è il terzo caso in cui ci imbattiamo negli ultimi tre mesi.

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Ovviamente la scommessa non ha avuto successo ed un bel giorno il pc si è rifiutato di vedere l’hard disk.
Potete tranquillamente immaginare le telefonate da cui traspariva un velo di urgenza, fintantochè ci siamo recati presso la sede del cliente e abbiamo riscontrato il problema. Vista l’anzianità del pc si è deciso subito per sostituirlo con un pc nuovo, ma è stato al momento dell’installazione che abbiamo scoperto l’apprensione dell’utente verso dei dati presenti nell’hard disk del pc guasto.
Dopo una veloce indagine siamo giunti alla conclusione che i dati presenti nel pc erano per la maggior parte presenti solo li.
No copie.
No salvataggi.

A questo punto è inevitabile affidarsi al servizio di recupero dati.

Facciamo alcune considerazioni.
Quando vi è un incidente che causa la perdita di dati e non si hanno i backup, ci si trova ad afforntare due tipi di costi.

  • Il costo dei dati stessi: se ho dei dati, questi servono a qualcosa e quindi hanno un valore, anche se questo è quasi sempre inquantificabile, vi posso assicurare che è altrettanto spesso molto alto (Ponemon Institute stima il valore per il 2014, di ogni record perso attorno ai 145 USD, circa 140 €).
  • Il costo di inoperatività: l’indisponibilità dei dati fa si che l’utente non li possa utilizzare, con conseguenti fermi che possono variare dalle poche ore a diversi giorni (soprattutto nel caso sia necessario rivolgersi al servizio di recupero dati); in questo caso il costo lievità in funzione della retribuzione oraria e dei costi generali imputabili.

E non ho accennato al danno di immagine.
Questo non è banale. Si pensi al caso dell’ordine di un cliente perso: lo si richiama per farsi spedire nuovamente l’ordine?
E’ sufficiente per farvi sentire un poco piacevole brivido lungo la schiena?

E’ evidente, quindi, che affidarsi a una soluzione di backup che consenta di avere sempre in sicurezza i dati sia economicamente vantaggioso rispetto alla scommessa del “tanto a me non succederà mai”.

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