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Professional Services Automation: si o no?

Andrea Barbon

Sies è un’azienda che eroga servizi professionali di tipo tecnologico, in modo da permettere ai propri clienti di concentrarsi sul proprio core business senza preoccuparsi di tutta la sfera dell’IT e da qualche tempo ha deciso di rendere più industriale sia l’erogazione dei servizi che la gestione dell’erogazione stessa grazie all’adozione di uno strumento di PSA (Professional Services Automation). Andrea Barbon, titolare di Sies, è stato intervistato da Andrea Veca per l’episodio 24 di RadioAchab dedicato proprio al PSA per riportare la propria testimonianza in merito all’utilizzo di questo strumento sconosciuto ai più.

Di aziende che fanno le attività in outsourcing ce ne sono veramente molte, ma la maggior parte adotta un approccio di tipo reattivo, ovvero aspetta che in azienda ci sia qualche guasto o che si rompa qualche cosa prima di intervenire, al contrario le aziende MSP (Managed Service Provider), quale è anche Sies, lavorano seguendo un approccio proattivo, facendo continua manutenzione e prevenzione, in modo da non lavorare sulla riparazione del problema, ma sulla prevenzione, così da evitare che esso si presenti. In questo modo fanno risparmiare ingenti costi alle aziende sia per quanto riguarda il tempo che perderebbero per sistemare il danno, che in alcuni casi può causare persino la momentanea inattività, sia per quanto riguarda le spese alle quali dovrebbero far fronte per ripararlo.

Come abbiamo accennato in precedenza, l’argomento dell’intervista si sviluppa attorno al PSA, strumento che Sies utilizza da circa un paio di anni e che possiamo definire nel modo più semplice possibile come un ERP destinato a coloro che erogano servizi professionali principalmente in ambito informatico e che consente di gestire le procedure relative alla gestione dei clienti, alle opportunità di vendita e ai contratti di fornitura proprie di aziende che erogano questo tipo di servizi. Uno dei motivi principali per i quali si utilizzano questi strumenti è quello di gestire in modo semplice e veloce l’erogazione del servizio.

In particolare, dalla testimonianza di Andrea Barbon emerge che i bisogni principali dai quali scaturisce la decisione da parte di Sies di adottare il PSA sono:

  • dare un approccio più “industrializzato” al lavoro, “l’innovazione non si fa solo con un nuovo software, con una nuova idea da start-up, si fa anche cambiando i propri processi e migliorandoli”;
  • semplificare la gestione e quindi trovare un unico punto d’ingresso per le informazioni;
  • identificare una strada da percorrere assieme ai collaboratori che permettesse di far percepire loro la direzione unica e condivisa del cammino intrapreso, ovvero quello del miglioramento perseguito attraverso la fornitura di servizi migliori a beneficio dei clienti, ma anche a vantaggio di chi vive l’azienda dall’interno.

L’ultima riflessione riguarda il fatto che in altri paesi europei l’utilizzo di questo tipo di prodotti costituisce la norma, mentre in Italia sono quasi del tutto assenti, ciò non significa che gli altri siano migliori, ma solamente che adottano un approccio diverso. Solo la valutazione attenta di nuove opzioni permette di capire quali benefici si possono trarre da questi strumenti in modo da decidere consapevolmente se vale la pena intraprendere nuove strade o rimanere sulla vecchia.

Se vuoi puoi ascoltare l’intervista, inoltre è disponibile la trascrizione.